Diario delle cose notevoli edizione weekend del 20-21 giugno 2015
Frase del giorno
“La sottile tattica diplomatica di Tsipras: volo da Putin a San Pietroburgo, firmo un accordo sul gas e già che ci sono insulto l’Europa…”
Federico Garimberti
A sangue freddo
Aveva preparato l’attacco per almeno sei mesi e il suo scopo era scatenare una nuova guerra civile, anzi, “una vera guerra razziale” come ha ammesso lo stesso Dylann Roof, il killer 21enne di Charleston, questa mattina davanti agli inquirenti. “Ammainate quella bandiera”, la bandiera sudista che sventola sui palazzi dello stato della Carolina del sud, scrive l’Atlantic. In suo nome continuano a compiersi gesti efferati e razzisti.
La ricostruzione interattiva della strage di Charleston a cura del Guardian; la storia incredibile della chiesa teatro dell’attentato a sfondo razziale; e l’intenso profilo delle nove vittime pubblicato dal Washington Post.
“I neri si prendono il paese.” Perché adesso la polizia Usa teme le stragi alla Charleston più del Jihad e quanto conta il fatto che alla Casa Bianca sieda un presidente di colore (se lo chiede il New Yorker).
Nell’ultimo decennio negli Usa ci sono state oltre duecento stragi, racconta una bella infografica interattiva di Usa Today. E poi una mappa sui paesi del G-20 a maggior tasso di incidenti da arma da fuoco. Occhio a Brasile e Messico.
Melodrachma
Le banche greche sono a rischio bancarotta e i prelievi sono aumentati negli ultimi giorni, sull’onda del quasi default del paese. Per questo la Bce ha deciso di aiutarle con dei fondi di emergenza per garantire liquidità. Secondo alcuni osservatori sarà proprio Mario Draghi, non la Merkel, a decidere del destino di Atene.
Lunedì il vertice a Bruxelles per scongiurare l’uscita di Atene dall’euro. I creditori hanno un piano, magari discutibile. Tsipras, invece, come vuole far crescere il paese?
Tasse, pensioni, statali, lavoro: cosa manca all’accordo fra la Grecia e i creditori internazionali sempre più impazienti.
La Russia è pronta a considerare la possibilità di fornire aiuti finanziari alla Grecia. Lo ha affermato il vice primo ministro di Mosca, Arkady Dvorkovich. “Le cose più importanti per noi sono i progetti di investimento e il commercio con Atene”, ha detto il vice premier a una televisione nazionale, nel giorno in cui i due paesi hanno firmato un accordo per costruire un gasdotto insieme, ma con capitali russi.
Il leader di Nuova democrazia Samaras, al governo della Grecia dal 2012 fino al gennaio 2015, non sarà stato un interlocutore sempre disciplinatissimo agli occhi della Troika, ma almeno più prevedibile e pacato del successore Alexis Tsipras sì. E a Bruxelles c’è chi lo rimpiange.