Le filiali bancarie diventeranno reperti archeologici: è in vista un’altra rivoluzione nelle nostre abitudini, il social lending
«Se lo fai già per avere un passaggio in auto (Blablacar), affittare una casa per le vacanze (Airbnb), o acquistare quel che ti serve sul gran bazar di eBay, lo puoi fare anche per avere un prestito di denaro. È semplice, non c’è differenza».
«Come non c’è differenza?».
«Fidati, non c’è differenza. Soprattutto quella che potrebbe sembrare una bizzarria finanziaria è il primo passo di una rivoluzione che spazzerà via l’industria del credito per come l’abbiamo conosciuta in questi decenni».
Tendo a fidarmi. Il mio amico direttore di banca possiede il gusto della provocazione ma non è uno di quei banchieri nichilisti e apocalittici sul futuro del settore (magari dopo aver fatto tanti ma tanti soldi…). La sua convinzione si basa su un’esperienza ormai ventennale nella giungla del credito e sulla conoscenza di quel che sta accadendo alla velocità della luce di là dell’oceano, dove tutto è cominciato.
«Se ne parla troppo poco, voi giornalisti siete rapiti dalle vicende di Uber e di Netflix o dalla guerra dello streaming tra Apple e Spotify, ma la vera distruzione sta avvenendo nell’industria del credito».
Un’altra volta, come ha già fatto iTunes per i negozi di dischi o Amazon per le librerie, internet aggredisce un settore tradizionale, lo smonta e lo rimonta. «Solo che questa volta è finita sotto attacco della tecnologia e dei nuovi consumatori direttamente la finanza e il suo tempio (apparentemente) inviolabile, la banca. Altro che taxi!».