Se dovessi pensare ad una definizione di giustizia applicata all’ultimo ventennio, quello della guerra civile “Berlusconi versus anti Berlusconi” che per tanti versi continua oggi, userei esattamente questa di Giorgio Fontana…
“…Eh, credo che sia una delle domande cruciali del nostro tempo, e forse dell’intera nostra storia repubblicana. Mi rendo conto che non è un’osservazione particolarmente originale, ma sono convinto che per tanto tempo ci sia stato nella tragedia illegalista del ventennio berlusconiano una sorta di desiderio per cui la magistratura si facesse supplente della politica. Ora, nei casi migliori è successo che effettivamente la magistratura abbia saputo porsi contro delle derive istituzionali e politiche; nei casi peggiori abbiamo invece il travaglismo, per cui le manette devono essere sempre lì a tintinnare, e l’unica cosa di cui è importante preoccuparsi che funzioni è l’organo giudiziario, o meglio l’organo punitivo. Questa seconda è una deriva che a me spaventa tanto quanto la prima, per ragioni, direi, foucaultiane. Per questo motivo vedo la posizione dell’ultimo Roberto Doni come la più coerente: la magistratura deve svolgere il proprio lavoro nella massima indipendenza da qualunque tipo di ingerenza politica, punto. D’altra parte, la deroga passiva che in molti facciamo alla magistratura, perché sia lei a trovare la verità, mi pare sia una prova ulteriore di quella deresponsabilizzazione che attraversa tanti italiani oggi – anzi, direi che, in maniera omeopatica, li attraversi tutti. È sacrosanto chiedere a un servitore dello Stato di porsi delle domande importanti, oltre che di svolgere bene il proprio lavoro, ma credo sia ancora più urgente pretendere che quelle domande se le pongano i cittadini comuni. Bisogna insomma, banalmente, ricominciare da noi stessi, dal singolo individuo che, anziché limitarsi ad additare i tanti porci ladri cretini schifosi, si accorga di quanto porco ladro cretino schifoso è egli stesso…”
L’intervista integrale a Giorgio Fontana, curata da Valerio Valentini, è pubblicata sulla rivista digitale 404: file not found. Nella chiacchierata il giovane scrittore parla del suo ultimo libro, Morte di un uomo felice, di quale giustizia vogliamo, del carattere degli italiani, della differenza tra rivoluzione e rivolte, di terrorismo, di Resistenza e delle lotte sociali. Meritano davvero una lettura (il libro di Fontana e l’intervista di Valentini…)